«Alcuni oggetti ricorrono nei miei quadri: tele e pennelli, nuvole e ombrelli, buste e francobolli, libri e occhiali, letti e cuscini. Ognuno di loro è per me mille cose insieme. Da protagonista o da comparsa ha una vita propria, con la propria dignità . Comincio subito a dipingere e poi, prima di finire, mi arriva di colpo il titolo. Se funziona sono il primo a divertirmi. Spesso però trovo nei miei disegni anche uno strano signore e non so come sia capitato lì. Un tipo abbastanza distinto, sul classico dimesso, con tanto di baffoni, sempre con il cappello e con la sciarpa (è freddoloso?) e con l'ombrello (è pessimista?). Vive situazioni talmente assurde da sembrare del tutto normali».
Siamo
a cavallo china, 1980 |
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Le
poisson à la coque tempera, 1980 |
Lo
stupore tempera, 1980 |
Le
pendu tempera, 1980 |
“Fin dalle sue primissime uscite pubbliche, l'immaginario di Sergio Fedriani si è caratterizzato per essere immerso in una dimensione decisamente onirica, ove tutto è possibileâ€(1).
Noblesse
oblige china e acquerello, 1986 |
Un guizzo leggero |
Un
sogno cobalto acquerello, 1997 |
Buegrafia inchiostri colorati, 1981 |
Pae-saggio inchiostri colorati, 1981 |
“Ogni autore si gingilla con qualche idea più ricorrente di altre. Tra le fissazioni di Sergio Fedriani... ci sono i libri, la carta, le matite, le penne e i pennini, i calamai; c'è soprattutto la paziente ossessione della scrittura, della produzione di segniâ€.(2)
Penna d'oca china, 1982 |
Un mare di
parole china, 1992 |
La palette acquerello, 1995 |
“Per il pittor Fedriani ora i pennelli sono baffi spioventi, ora la tavolozza è un comodo vassoio, ora la tela è una finestra spalancata, ora il cavalletto è un giocoso cavalluccio a dondolo, ora lo specchio è un perfetto autoritrattoâ€(3).